Il volo su Vienna del 9 agosto 1918, fu una trasvolata di circa 1.200 km compiuta da 11 Ansaldo S.V.A. (Savoja, Verduzio, Ansaldo) dell'87a squadriglia, detta "La Serenissima". Dieci erano monoposto, pilotati da Antonio Locatelli, Girolamo Allegri, detto Gino Allegri, Censi, Aldo Finzi, Pietro Massone, Granzarolo, Sarti, Arturo Ferrarin, Masprone e Contratti ed un biposto pilotato dal Capitano Natale Palli. Il Maggiore Gabriele d'Annunzio, comandante della Squadra Aerea S. Marco, era nell'abitacolo anteriore (FOTO) - Il manifesto, scritto dallo stesso D'Annunzio, recitava: « In questo mattino d'agosto, mentre si compie il quarto anno della vostra convulsione disperata e luminosamente incomincia l'anno della nostra piena potenza, l'ala tricolore vi apparisce all'improvviso come indizio del destino che si volge.Il destino si volge. Si volge verso di noi con una certezza di ferro. È passata per sempre l'ora di quella Germania che vi trascina, vi umilia e vi infetta. La vostra ora è passata. Come la nostra fede fu la più forte, ecco che la nostra volontà predomina e predominerà sino alla fine. I combattenti vittoriosi del Piave, i combattenti vittoriosi della Marna lo sentono, lo sanno, con una ebrezza che moltiplica l'impeto. Ma, se l' impeto non bastasse, basterebbe il numero; e questo è detto per coloro che usano combattere dieci contro uno. L'Atlantico è una via che già si chiude; ed è una via eroica, come dimostrano i nuovissimi inseguitori che hanno colorato l'Ourcq di sangue tedesco. Sul vento di vittoria che si leva dai fiumi della libertà, non siamo venuti se non per la gioia dell'arditezza, non siamo venuti se non per la prova di quel che potremo osare e fare quando vorremo, nell'ora che sceglieremo. Il rombo della giovane ala italiana non somiglia a quello del bronzo funebre, nel cielo mattutino. Tuttavia la lieta audacia sospende fra Santo Stefano e il Graben una sentenza non revocabile, o Viennesi.Viva l'Italia! »
Il volo era stato progettato dallo stesso D'Annunzio, più di un anno prima, ma difficoltà tecniche, legate soprattutto al problema dell'autonomia degli apparecchi per un volo di mille chilometri, avevano indotto il Comando Supremo dapprima a negare il consenso e poi a ordinare delle prove di collaudo. Il 4 settembre del 1917 D'Annunzio aveva compiuto un volo di dieci ore senza particolari problemi, così l'autorizzazione necessaria all'impresa arrivò sotto forma di un bizzarro messaggio che avrebbe voluto attingere al dannunzianesimo (moda dell'epoca):
Gabriele d'Annunzio.
« Il volo avrà carattere strettamente politico e dimostrativo; è quindi vietato di recare qualsiasi offesa alla città ... Con questo raid l'ala d'Italia affermerà la sua potenza incontrastata sul cielo della capitale nemica.
Sarà vostro Duce il Poeta, animatore di tutte le fortune della Patria, simbolo della potenza eternamente rinnovatrice della nostra razza.Questo annunzio sarà il fausto presagio della Vittoria ».
Sarà vostro Duce il Poeta, animatore di tutte le fortune della Patria, simbolo della potenza eternamente rinnovatrice della nostra razza.Questo annunzio sarà il fausto presagio della Vittoria ».
Il primo tentativo di volo fu fatto il 2 agosto, con tredici apparecchi, ma per la persistente nebbia gli aviatori dovettero rientrare.Anche il volo intrapreso l' 8 fu interrotto a Klagenfurt per il vento contrario. La mattina del 9, alle 5.50, dal campo di San Pelagio (Treviso) si alzarono undici apparecchi: un biposto col pilota capitano Natale Palli e Gabriele d'Annunzio, e dieci monoplani, con Locatelli, Allegri, Censi, Finzi, Massone, Granzarolo, Sarti, Ferrarin, Masprone e Contratti. I velivoli di Ferrarin, Masprone e Contratti dovettero atterrare non appena partiti. Sarti fu costretto ad atterrare in paese nemico, presso Wiener-Neustadt. Gli altri sette compirono l' impresa, giunsero su Vienna alle ore 9.20 e vi lanciarono 50.000 copie di un manifestino in italiano preparato dal Poeta che recitava:
VIENNESI!
Imparate a conoscere gli italiani. Noi voliamo su Vienna, potremmo lanciare bombe a tonnellate. Non vi lanciamo che un saluto a tre colori: i tre colori della libertà. Noi italiani non facciamo la guerra ai bambini, ai vecchi, alle donne.
VIENNESI!
Voi avete fama di essere intelligenti. Ma perché vi siete messi l'uniforme prussiana? Ormai, lo vedete, tutto il mondo s'è volto contro di voi. Volete continuare la guerra? Continuatela, è il vostro suicidio. Che sperate? La vittoria decisiva promessavi dai generali prussiani? La loro vittoria decisiva è come il pane dell'Ucraina: si muore aspettandola.
POPOLO DI VIENNA, pensa a cosa ti aspetta. Svegliati!
LUNGA VITA ALLA LIBERTÀ!
LUNGA VITA ALL'ITALIA!
LUNGA VITA ALL'INTESA!
Il testo dannunziano, che dato il suo carattere sarebbe stato troppo difficile - se non addirittura impossibile - tradurre, veniva giudicato mancante di efficacia da Ferdinando Martini, che cosi' commentava: "Quando D'Annunzio fece le sue prime prove come soldato, la gente, poco fidando nel suo valore o nella sua bellica abilita', disse: " Scriva e non faccia". Ora io dico di lui, dopo altre molte prove: "Faccia e non scriva".Ad ogni buon conto furono lanciate anche 350.000 copie di un secondo, ben piu' pratico, manifestino scritto da Ugo Ojetti e tradotto in tedesco.Il racconto del volo su Vienna D'Annunzio non l' ha scritto. Solo nel Libro Segreto ci sono due pagine che ricordano il ritorno dal cielo di Vienna e la sua amicizia con Natale Palli.Per quel volo il poeta ebbe la promozione a tenente colonnello ma non la medaglia d'oro che venne commutata nella promozione da cavaliere a ufficiale dell'Ordine Militare di Savoia: un cambio che D'Annunzio non gradi' affatto e di cui si lamento' a lungo negli anni con Ugo Ojetti.
NOTE TECNICHE SUGLI AEREI
NOTE TECNICHE SUGLI AEREI
(A cura di Ino Biondo)
Lo S.V.A. 5 di cui era dotata la 87a Squadriglia "La Serenissima", protagonista del volo, e' un ricognitore a lungo raggio di produzione Ansaldo, entrato in linea nel 1917 e prodotto in 2000 esemplari fino al 1928, anche in versione idrovolante.Il catalogo Jane's non e' molto coerente sull'origine del nome S.V.A., che identifica talvolta come "Spa Verduzio Ansaldo" (Spa e' il nome del motore, vedi oltre), e altrove come "Savoia Verduzio Ansaldo". In ogni caso, Verduzio e' il progettista, e Ansaldo il costruttore.Il nome completo del biplano e' S.V.A. 5 "Primo", ed e' un monoposto dedicato al bombardamento diurno e alla ricognizione. La struttura e' in legno con rivestimento in tessuto per la velatura e in compensato per la fusoliera. In occasione del volo su Vienna, classificato come "missione di pace", il leone alato della Serenissima sulla fiancata era dipinto con il Vangelo aperto sul motto "Pax tibi Marce Evangelista meus", mentre nelle azioni di guerra il Vangelo era chiuso e il leone stringeva una spada sguainata.Oltre alla famosa missione su Vienna (volo di 700 miglia compiuto in meno di 7 ore), altri aerei della famiglia S.V.A. furono protagonisti di missioni dimostrative, come la crociera sulle Ande, (luglio 1919, pilota Antonio Locatelli, uno dei 7 partecipanti al raid su Vienna), e la travagliata crociera Roma-Tokyo (gennaio-maggio 1920, piloti Francesco Ferrarin e Guido Masiero), quest'ultima su modello biposto (S.V.A. 10, credo).Seguono un po' di dati tecnici (tra parentesi sono stati lasciati quelli di Jane's, per confronto, anche perche' non corrispondono perfettamente):
Lo S.V.A. 5 di cui era dotata la 87a Squadriglia "La Serenissima", protagonista del volo, e' un ricognitore a lungo raggio di produzione Ansaldo, entrato in linea nel 1917 e prodotto in 2000 esemplari fino al 1928, anche in versione idrovolante.Il catalogo Jane's non e' molto coerente sull'origine del nome S.V.A., che identifica talvolta come "Spa Verduzio Ansaldo" (Spa e' il nome del motore, vedi oltre), e altrove come "Savoia Verduzio Ansaldo". In ogni caso, Verduzio e' il progettista, e Ansaldo il costruttore.Il nome completo del biplano e' S.V.A. 5 "Primo", ed e' un monoposto dedicato al bombardamento diurno e alla ricognizione. La struttura e' in legno con rivestimento in tessuto per la velatura e in compensato per la fusoliera. In occasione del volo su Vienna, classificato come "missione di pace", il leone alato della Serenissima sulla fiancata era dipinto con il Vangelo aperto sul motto "Pax tibi Marce Evangelista meus", mentre nelle azioni di guerra il Vangelo era chiuso e il leone stringeva una spada sguainata.Oltre alla famosa missione su Vienna (volo di 700 miglia compiuto in meno di 7 ore), altri aerei della famiglia S.V.A. furono protagonisti di missioni dimostrative, come la crociera sulle Ande, (luglio 1919, pilota Antonio Locatelli, uno dei 7 partecipanti al raid su Vienna), e la travagliata crociera Roma-Tokyo (gennaio-maggio 1920, piloti Francesco Ferrarin e Guido Masiero), quest'ultima su modello biposto (S.V.A. 10, credo).Seguono un po' di dati tecnici (tra parentesi sono stati lasciati quelli di Jane's, per confronto, anche perche' non corrispondono perfettamente):
Apertura alare: 9,18 m (29 ft. 10 in.)
Lunghezza: 8,13 m (26 ft. 7 in.)
Altezza: 2,72 m (10 ft. 6 in.)
Superficie alare: 26,90 mq (261 sq. ft.)
Peso a vuoto: 665 kg (1450 lbs.)
Carico utile: 315 kg (about 450 lbs. has been flown with 650 lbs.)
Peso a pieno carico (armamento e carburante): 2315 lbs.
PRESTAZIONI:
Velocita' max: 220 km/h (speed at sea level 145 mph; landing speed 45 mph)Autonomia: 4 h (tank capacity 6-7 hours)
Salita: a 3000 m (10000 ft.) in 10 min. (a 20000 ft. in 28 min.)
Armamento: 2 mitragliatrici Vickers fisse in caccia, sincronizzate e fino a tre bombe da 25 kg.
Motore: SPA 6A da 220 CVIl motore era costruito presso la SPA - Societa' Piemontese Automobili, a Torino. Si tratta di un 6 cilindri in linea, raffreddato a liquido, da 220 H.P. a 1600 giri/min (225 H.P. a 1700 giri). Le dimensioni dei cilindri sono ~13,5 cm (5.31 in.) di calibro per ~17 cm (6.69 in.) di corsa. Doppio carburatore Zenith, accensione Marelli tipo N2, valvole e albero a camme sono antrambi in testa, ecc...
Arturo Ferrarin non è mai stato della 87 squadriglia detta la Serenissima ma era il cugino Francesco Ferrarin
RispondiEliminaUN VOLO DIMENTICATO PER QUASI UN SECOLO è stato ripetuto e rivissuto dalla NUOVA SERENISSIMA FLY STORY nel 1998 e 2008,lanciando volantini su Vienna - Grazie ai piloti della NUOVA SERENISSIMA FLY STORY la gestualità dannunziana continua a vivere- Documentazione nel libro "SULLE ROTTE DI D'ANNUNZIO" di Eugenio Sirolli.
RispondiEliminaSarti e Locatelli sono 2 eroi bergamaschi.
RispondiEliminail primo però è morto come un pezzente ...
entrambi,fascisti,oggi giudicati per ciò in cui han creduto prima di quel che han fatto.
oggi i criminali sono sulla cresta dell'onda.
Gli eroi alla stregua del nulla.
un italia piccola piccola figlia di un italia composta da grandi pensatori e uomini d'azione.
Gent.mo Sig. Biondo,
RispondiEliminaVorrei precisare che sul percorso aereo e su Vienna furono lanciati dei volantini con quattro diversi testi che, con la versione in lingua tedesca ed il colore della carta, assommano a quattordici tipi diversi.
Un volantino di color crema con testo in lingua italiana in verticale, con intestazione di pugno di Gabriele D'Annunzio "Donec ad metam", firmato e datato in francese 9 août 1918 dallo stesso Vate, recita quanto segue:
« In questo mattino d'agosto, mentre si compie il quarto anno della vostra convulsione disperata e luminosamente incomincia l'anno della nostra piena potenza, l'ala tricolore vi apparisce all'improvviso come indizio del destino che si volge.
Il destino si volge. Si volge verso di noi con una certezza di ferro. È passata per sempre l'ora di quella Germania che vi trascina, vi umilia e vi infetta.
La vostra ora è passata. Come la nostra fede fu la più forte, ecco che la nostra volontà predomina e predominerà sino alla fine. I combattenti vittoriosi del Piave, i combattenti vittoriosi della Marna lo sentono, lo sanno, con una ebbrezza che moltiplica l'impeto. Ma, se l'impeto non bastasse, basterebbe il numero; e questo è detto per coloro che usano combattere dieci contro uno. L'Atlantico è una via che già si chiude; ed è una via eroica, come dimostrano i nuovissimi inseguitori che hanno colorato l'Ourcq di sangue tedesco.
Sul vento di vittoria che si leva dai fiumi della libertà, non siamo venuti se non per la gioia dell'arditezza, non siamo venuti se non per la prova di quel che potremo osare e fare quando vorremo, nell'ora che sceglieremo.
Il rombo della giovane ala italiana non somiglia a quello del bronzo funebre, nel cielo mattutino.
Tuttavia la lieta audacia sospende fra Santo Stefano e il Graben una sentenza non revocabile, o Viennesi.
Viva l'Italia! »
Un altro vclantino con intestazione di pugno "Cielo di Vienna 9 agosto 1918" è firmato dal pilota Natal Palli.
Infine, si ricorda che la Croce Rossa Italiana stampò 500 esemplari di una busta recante "Pro CRoce Rossa Italiana", numerata con il timbro "132" che furono ceduti dall'Ufficio Stampa e Propaganda del Comando Supremo, contenente sette manifestini diversi come quelli lanciati su Vienna, tutti numerati con il timbro "132", con timbro a secco della Croce Rossa e recanti il timbro "Comando Supremo/Ufficio Stampa e Propaganda/Commissione Centrale Interalleata"
Walter Rossi
Nel volo di Vienna e nell'articolo del mio grande amico Ino Biondo, c'è da correggere il nome di Arturo Ferrarin con quello del cugino Francesco.
RispondiEliminaFrancesco C O R R E T T O ... Con ritardo ma l'ho fatto ( non mi rileggo mai purtroppo!!)
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