di INO BIONDO & GIOVANNI MORA
Me.262 Vers. da caccia notturna (Notare sul muso le antenne Radio)
Il Me.262 deve la sua meritata fama, oltre che alle sue rivoluzionarie doti tecniche, anche al fatto di aver costituito, per la Germania impegnata in una lotta mortale contro le flotte aeree alleate, l'ultima speranza di successo.
La macchina venne usata in tutte le sue versioni per scontri feroci negli ultimi mesi; talvolta scortò i bombardieri a reazione in attacchi al suolo. Il modello da caccia notturna, equipaggiato con radar come il Neptun e il Berlin, era un biposto (pilota più operatore radar) che giunse in linea in pochi esemplari negli ultimi mesi del conflitto, distruggendo rapidamente un buon numero di bombardieri alleati.
In una sola azione, 55 velivoli vennero inviati in azione durante un massiccio attacco al suolo in cui i caccia alleati ne abbatterono 3. La velocità con le bombe diminuiva a circa 755 km/h.
In un'altra giornata, ben 27 Me 262 finirono distrutti in aria e a terra durante un tentativo di arrestare l'ennesima ondata di bombardieri americani, secondo quanto riportato nel libro "il primo e l' ultimo" del generale Adolf Galland tali perdite furono da imputare alla poca pratica/abitudine degli aviatori ad ingaggiare i bombardieri alla velocità massima dell' aereo veramente sorprendente per i tempi (i B-17 viaggiavano ad una velocità di crociera di 260 km orari circa quindi i piloti del Me 262 rallentavano la velocità per inquadrare meglio i bombardieri nel mirino agevolando il compito sia dei mitraglieri dei B-17 sia degli equipaggi dei caccia di scorta che ormai negli ultimi tempi della guerra riuscivano grazie a serbatoi supplementari a coprire i bombardieri sino sugli obiettivi). Tra gli aerei alleati accreditati dell'abbattimento di Me 262, anche gli Spitfire, nonostante non potessero competere con il jet in velocità massima e ascensionale. Nella sera del 14 febbraio 1945, il Flight Lieutenant F.A.O. Gaze del RAF 610 Squadron, in pattuglia su Nijmegen, in Olanda, su un Mk XIV, dopo aver fallito l'intercettazione di un jet bimotore da ricognizione Arado 234, sorprese tre Me 262 a quota inferiore. "Non potevo vedere bene perché volavamo contro sole", ricordava Gaze. "Ma sparai da una distanza di 350 iarde colpendo il motore di destra. Il 262 tirò su il muso lentamente e virò a dritta, mentre gli altri due sparivano tra le nuvole. Feci fuoco ancora colpendo di nuovo il motore e la fusoliera. Si rovesciò, infilandosi tra le nuvole. Lo seguii e uscito dalle nubi vidi un aereo esplodere a terra un miglio davanti a me. Rivendicai questo Me 262 come distrutto e il mio gregario confermò l'abbattimento." Il 13 marzo, sempre su Spitfire XIV, il Flying Officer Howard C. Nicholson del RCAF 402 Squadron su Munchen Gladbach rivendicò l'abbattimento di un altro Me 262. Lo Jagdverband 44 (JV44), reparto dell'asso Adolf Galland, continuò a combattere in azioni disperate disponendo dei migliori assi della caccia tedesca rimasti (che tuttavia non erano ancora allenati né troppo contenti delle caratteristiche della macchina), operando tra terribili rischi e usando le autostrade come piste, finché non venne superato dall'avanzata via terra delle truppe alleate.
La mancanza di carburante e di quasi tutto il resto aveva impedito al caccia tedesco di operare al meglio di sé. Il totale delle perdite era stato di 100 aeroplani contro circa 450 vittorie reclamate (dati non confermati ).
I pochi esemplari completati riportarono pertanto buoni successi e nessun altro caccia tedesco nell'ultimo periodo di guerra era in grado di avere un rapporto abbattimenti/perdite favorevole. Il Messerschmitt Me 262 apparve in un momento critico per l'industria aeronautica, ormai logorata dai continui bombardamenti: poté costruire almeno 1 433 esemplari ma non disponeva di abbastanza carburante per farli volare. Alla fine della guerra, non oltre 500 macchine di questo tipo erano state consegnate ai reparti: le altre erano state accantonate su scali ferroviari e fabbriche per l'impossibilità di mantenerle in servizio, e lì rimasero fino alla fine della guerra.
In una sola azione, 55 velivoli vennero inviati in azione durante un massiccio attacco al suolo in cui i caccia alleati ne abbatterono 3. La velocità con le bombe diminuiva a circa 755 km/h.
In un'altra giornata, ben 27 Me 262 finirono distrutti in aria e a terra durante un tentativo di arrestare l'ennesima ondata di bombardieri americani, secondo quanto riportato nel libro "il primo e l' ultimo" del generale Adolf Galland tali perdite furono da imputare alla poca pratica/abitudine degli aviatori ad ingaggiare i bombardieri alla velocità massima dell' aereo veramente sorprendente per i tempi (i B-17 viaggiavano ad una velocità di crociera di 260 km orari circa quindi i piloti del Me 262 rallentavano la velocità per inquadrare meglio i bombardieri nel mirino agevolando il compito sia dei mitraglieri dei B-17 sia degli equipaggi dei caccia di scorta che ormai negli ultimi tempi della guerra riuscivano grazie a serbatoi supplementari a coprire i bombardieri sino sugli obiettivi). Tra gli aerei alleati accreditati dell'abbattimento di Me 262, anche gli Spitfire, nonostante non potessero competere con il jet in velocità massima e ascensionale. Nella sera del 14 febbraio 1945, il Flight Lieutenant F.A.O. Gaze del RAF 610 Squadron, in pattuglia su Nijmegen, in Olanda, su un Mk XIV, dopo aver fallito l'intercettazione di un jet bimotore da ricognizione Arado 234, sorprese tre Me 262 a quota inferiore. "Non potevo vedere bene perché volavamo contro sole", ricordava Gaze. "Ma sparai da una distanza di 350 iarde colpendo il motore di destra. Il 262 tirò su il muso lentamente e virò a dritta, mentre gli altri due sparivano tra le nuvole. Feci fuoco ancora colpendo di nuovo il motore e la fusoliera. Si rovesciò, infilandosi tra le nuvole. Lo seguii e uscito dalle nubi vidi un aereo esplodere a terra un miglio davanti a me. Rivendicai questo Me 262 come distrutto e il mio gregario confermò l'abbattimento." Il 13 marzo, sempre su Spitfire XIV, il Flying Officer Howard C. Nicholson del RCAF 402 Squadron su Munchen Gladbach rivendicò l'abbattimento di un altro Me 262. Lo Jagdverband 44 (JV44), reparto dell'asso Adolf Galland, continuò a combattere in azioni disperate disponendo dei migliori assi della caccia tedesca rimasti (che tuttavia non erano ancora allenati né troppo contenti delle caratteristiche della macchina), operando tra terribili rischi e usando le autostrade come piste, finché non venne superato dall'avanzata via terra delle truppe alleate.
La mancanza di carburante e di quasi tutto il resto aveva impedito al caccia tedesco di operare al meglio di sé. Il totale delle perdite era stato di 100 aeroplani contro circa 450 vittorie reclamate (dati non confermati ).
I pochi esemplari completati riportarono pertanto buoni successi e nessun altro caccia tedesco nell'ultimo periodo di guerra era in grado di avere un rapporto abbattimenti/perdite favorevole. Il Messerschmitt Me 262 apparve in un momento critico per l'industria aeronautica, ormai logorata dai continui bombardamenti: poté costruire almeno 1 433 esemplari ma non disponeva di abbastanza carburante per farli volare. Alla fine della guerra, non oltre 500 macchine di questo tipo erano state consegnate ai reparti: le altre erano state accantonate su scali ferroviari e fabbriche per l'impossibilità di mantenerle in servizio, e lì rimasero fino alla fine della guerra.
Me.262 Vers. da caccia notturna (Notare sul muso le antenne Radio)
Me. 262 “Sturmvogel” Vers. Bombardiere (si differenziava per il fatto che montava dei piloni sotto la fusoliera per trasportare le bombe)
Me. 262 “Schwalbe” Vers. Caccia
L'ARMAMENTO
Il velivolo disponeva di una batteria di 4 cannoni MK 108 da 30 mm montati nella fusoliera; in seguito vennero montati anche 24 razzi R4M da 55 mm. Queste armi a media velocità avevano la capacità di rilasciare oltre 50 kg di granate in 5 secondi.
Erano presenti 80 o 100 colpi per arma, con una cadenza di fuoco di 550 colpi al minuto, ma data la loro pesantezza non era possibile avere anche una balistica ottimale: i risultati nei combattimenti con i caccia e negli attacchi al suolo erano assai inferiori in precisione ai precedenti colpi da 20mm. Avendo tuttavia una granata da 310 grammi invece che da 130 e un carico d'esplosivo di 70 grammi circa invece che 10-20, la loro distruttività era incomparabilmente superiore, tanto che persino un colpo solo poteva spesso distruggere un caccia avversario.
L'ARMAMENTO
Il velivolo disponeva di una batteria di 4 cannoni MK 108 da 30 mm montati nella fusoliera; in seguito vennero montati anche 24 razzi R4M da 55 mm. Queste armi a media velocità avevano la capacità di rilasciare oltre 50 kg di granate in 5 secondi.
Erano presenti 80 o 100 colpi per arma, con una cadenza di fuoco di 550 colpi al minuto, ma data la loro pesantezza non era possibile avere anche una balistica ottimale: i risultati nei combattimenti con i caccia e negli attacchi al suolo erano assai inferiori in precisione ai precedenti colpi da 20mm. Avendo tuttavia una granata da 310 grammi invece che da 130 e un carico d'esplosivo di 70 grammi circa invece che 10-20, la loro distruttività era incomparabilmente superiore, tanto che persino un colpo solo poteva spesso distruggere un caccia avversario.
I razzi sarebbero stati straordinariamente efficaci se entrati in linea in tempo utile: avendo una velocità supersonica e un peso di 3,5 kg (450 gr. la carica esplosiva), avevano la capacità di colpire in maniera precisa e letale nonostante il peso limitato. A differenza dei cannoni Mk 108, ebbero un impiego postbellico in quanto sviluppati come base per tutti i razzi leggeri sviluppati nel dopoguerra. Non poterono essere consegnati in quantità prima della fine della guerra.
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