"Arte della Guerra aerea" - Giulio Douhet

tratto da "La difesa nazionale- anno 1923" :


E’ necessario armare ed istruire l' Armata aerea con criterii definiti e precisi, rispondenti a sani principii di una vera e propria arte che possiamo denominare: Arte della guerra aerea.

Nel 1910 scrivevamo : La guerra aerea coinvolge, oltre alla risoluzione del problema tecnico del mezzo adatto, la risoluzione di una grande quantità di problemi di preparazione, organamento, impiego, ecc. delle forze aeree, e cioè richiede la creazione, ex novo, di una terza branca dell' Arte della guerra, quella appunto che potrà definirsi: " l ' Arte della guerra aerea ".
" L'ora, che attraversiamo, segna un momento storico di una importanza eccezionale; sta svolgendosi un nuovo fenomeno nella storia dell'umanità. A noi sarebbe impossibile determinare con precisione quando incominciò la lotta sulla terra e quella sul mare; ai posteri 1 'inizio della guerra aerea sarà perfettamente e chiaramente definito; e noi a questo inizio avremo assistito ed a questo inizio avremo cooperato.
" E sarebbe davvero curioso che non ce ne fossimo neppure accorti ". Il fatto curioso si verificò: non ce ne accorgemmo. Oggi, tuttavia, la cosa salta agli occhi anche dei ciechi. L'arte della guerra aerea deve essere creata: non è più possibile, quando per costituirsi una forza aerea, la Nazione spende centinaia di milioni, e quando la guerra aerea sta per assumere una importanza di primo ordine, procedere ancora per tentativi, empiricamente. La preparazione, l'organizzazione e l'impiego dell' Armata aerea dipendono dal come si svolgerà la guerra aerea, perchè preparazione, organizzazione ed impiego debbono essere adattati alla forma ed ai caratteri della guerra stessa : l'utensile deve essere forgiato adatto allo scopo. Poichè ci si trova dinanzi ad un fatto completamente nuovo, senza precedenti, e che avrà il suo svolgimento in un tempo a venire più o meno lontano, il prevedere come si svolgerà la guerra aerea è arduo. Noi, al riguardo, avendo riconosciuto, fino dal 1910, la necessità della creazione dell ' Arte della guerra aerea, ci siamo andati formando delle idee nette e precise.
Tuttavia non abbiamo affatto la pretesa di presentare le nostre idee come dogmi, per quanto le riteniamo giuste e, come tali, le sosteniamo in attesa di prove in contrario. Affermiamo però che la definizione più probabilmente esatta del come si svolgerà la guerra aerea non può sortire che da una discussione, nella quale le idee e gli argomenti a loro sostegno possano venire a contrasto. Ora a noi non sembra che una simile discussione, in Italia, sia mai stata fatta: gli unici che abbiano affrontato il problema siamo stati noi ne Il dominio dell' aria che non ha dato luogo a dibattiti di qualche importanza.
E’ grave la responsabilità che si assume chi giudica e decide, perché un errore di apprezzamento sul come si svolgerà la guerra aerea si riflette su tutta la preparazione, l'organizzazione e l'impiego dell' Armata aerea, e può renderla inadatta al suo scopo.
La guerra aerea, per quanto si svolga in un campo a parte, non può sfuggire ai principii fondamentali che reggono la guerra in generale, e, poiché il suo campo tocca la terra ed il mare, deve necessariamente riflettersi e ricevere riflessi dalla guerra terrestre e marittima. Perciò, nella discussione intesa a determinare come si svolgerà la guerra aerea, non solo possono, ma debbono intervenire anche tecnici della guerra terrestre e marittima e, come ci appare strano che 1 'Esercito e la Marina possano stabilire i loro ordinamenti facendo astrazione da quanto, in una eventuale futura guerra, potrà avvenire nel cielo che li sovrasta, così ci appare strano che l' Armata aerea possa fare astrazione dalla terra e dal mare che è destinata a sorvolare. La guerra è un fenomeno complesso nel quale entrano in giuoco una quantità di fattori, nessuno dei quali può essere considerato a sè, prima di averne definito i rapporti con tutti gli altri, sotto pena di turbare l'armonia dell'insieme.
Nè è a dirsi che per discutere su ciò che sarà la guerra aerea occorra un tecnicismo particolare e specializzato nessuno vede più corto dei tecnici specializzati è sufficiente possedere la conoscenza delle caratteristiche essenziali dell'arma aerea, conoscenza che, ormai, costituisce capitolo di pura e semplice coltura generale. Noi, senza arrossire, confessiamo che nel 1910, allorché cominciammo a pubblicare le nostre prime note aeronautiche, nelle quali si trovano tutte le idee che poi si fecero strada, e che si faranno strada, non avevamo mai veduto un aeroplano. Per queste considerazioni, noi, che pura da lungo tempo ci occupiamo del problema e possediamo idee nette e precise al riguardo, abbiamo sempre sostenuto che occorreva, in un primo periodo preparatorio, costituire una specie di Stato Maggiore Aereo, chiamandovi a farne parte ufficiali sia dell 'Esercito che della Marina, competenti nella pratica e nelle discipline aeronautiche, familiari della guerra in generale, aperti alle nuove idee, guardanti verso l'avvenire, senza preconcetti ; Stato Maggiore che avrebbe dovuto porsi il problema e risolverlo, creando la nuova Arte della guerra aerea e definendo l'organizzazione e 1 'impiego dell ' Arma aerea, servendosi, diremmo quasi come di laboratorio sperimentale, di un primo nucleo di unità aeree. Nè questo periodo di incubazione avrebbe potuto nuocere perché , dato lo stato di fatto attuale, qualunque cosa si faccia, occorrerà pur sempre qualche tempo per far passare l' Armata Aerea dallo stato di espressione a quello di realtà. Forse, invece, il periodo di incubazione avrebbe permesso di costruire su basi più solide e sicure. Organizzare è quasi creare perché significa costituire una entità disponendo di cellule. Il valore dell'entità organizzata dipende in parte da quello delle cellule, ma essenzialmente dalla organizzazione delle medesime. Mille uomini armati di fucile non costituiscono un battaglione, come mille aeroplani non costituiscono una Armata aerea. Coll 'identico bilancio si possono mantenere in efficenza mille aeroplani, oppure si può costituire una Armata Aerea di mille aeroplani; si può cioè, collo stesso bilancio, ottenere una parvenza od una realtà di potenza aerea, nonchè tutte le gradazioni di potenza che vanno dalla parvenza alla realtà, a seconda del fattore organizzativo che si fa entrare nel giuoco. Dato l'altissimo valore di questo fattore, è necessario stabilirlo con criterii scientifici, il più che possibile sicuri. Definito come si svolgerà la guerra aerea, occorre definire, nelle loro linee generali, la forma e la costituzione dell' istrumento più adatto ad affrontarla, scendendo poi man mano a definire i particolari di costruzione delle sue varie parti e dei collegamenti fra le parti stesse, sino alle cellule fondamentali, le quali sono appunto date dai singoli apparecchi. Perché, nel caso dell' Armata Aerea, ci si trova nelle felici condizioni di potere scegliere le cellule primordiali fra le multiformi a disposizione. Ma questa felice condizione impone, a sua volta, di assoggettare alla organizzazione ed all 'impiego il tipo degli apparecchi. Fino a poco tempo fa si commise l'errore di seguire il metodo opposto. I tecnici costruttori si sbizzarrivano nella costruzione degli apparecchi, cercando fare del nuovo, poi gli apparecchi nuovi venivano consegnati a coloro che dovevano impiegarli perché li impiegassero come potevano. Ciò è semplicemente assurdo, perché è chi impiega l'arma l'unico competente a definire ciò che vuole dalla sua arma. Non è l' armaiuolo che impone il fucile al cacciatore, ma è il cacciatore che sceglie il fucile che più gli conviene: Questo assurdo dipese ,dal fatto che non vi fu mai una idea chiara e precisa di ciò che dall'aviazione si voleva ottenere. Ma questa idea ora c'è; e perciò, è chi organizza che deve imporre ai tecnici costruttori il soddisfa cimento delle sue necessità ed indicare ai medesimi i suoi desiderata per l'avvenire. Ciò sarà utile anche ai tecnici costruttori i quali, finalmente, potranno avere un' indirizzo preciso sul quale orientare i proprii studii ed i propri lavori. La guerra aerea, impiegando armi delicatissime, provviste di grande velocità e di ampio raggio d'azione, capaci di esercitare azioni offensive efficacissime materialmente e moralmente, presenta gravissime difficoltà ,d'ogni genere, sia nella sua preparazione che nella sua attuazione, difficoltà certo più gravi di quelle che presentano la guerra terrestre e quella marittima. Queste possono dare il tempo di riparare ad eventuali ,deficienze od errori - la grande guerra ne fornisce un esempio classico - quelle no. Bisogna essere preparati a combatterla bene.
Si tratta di tutto un nuovo mondo da creare, partendo dal caos. Occorre stabilire ed applicare i principii fondamentali ,dell'organica, della logistica, della strategia e della tattica aerea, perché non si tratta più ,di corrispondere a vaghi servizi aerei, si tratta di dare corpo ed anima ad una vera e propria Armata aerea, costituendone un organismo vitale ed idoneo, quale deve essere l'alato presidio della Nazione.
Il periodo di transizione - passaggio dalla antica e tradizionale forma della guerra alla nuova - rende ancora più arduo il problema, perché tutte le Nazioni cercheranno di risolverlo nel miglior modo possibile, evitando di far conoscere alle altre il risultato dei proprii studii, ed
un enorme vantaggio, sulle competitrici, ,avranno quelle Nazioni che meglio lo risolveranno, perché sarà loro concesso di sorprendere l'avversario.
Ed, in fine, trattandosi di avviarsi su di una strada nuova, sulla quale si dovrà percorrere un lungo cammino, è prudente mettere dalla propria tutte le probabilità di imboccare quella giusta, ché ogni ritorno al punto di partenza determinerebbe una crisi.





(Da La difesa nazionale, An. Libraria Italiana, 1923).










Commenti

  1. E' INUTILE SOLO LEGGENDO IN PRIMA PERSONA QUESTI CONCETTI OGNUNO DI NOI E' IN GRADO DI CAPIRE QUALE DANNO PUO' FARE LA RETORICA "BUONISTA".

    UN INTERO PAESE GETTA VIA IL BAMBINO CON L'ACQUA SPORCA !! E GUAI CHI GLIELO FA NOTARE !!

    GARZIE A MARCO PILLITTERI !

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  2. Noi della redazione del sito ed io in prima persona, siamo stati sempre critici col buonismo incombente che ultimamente sta "ATTANAGLIANDO" la nostra Patria. Figure come Dohuet, Balbo, Gavotti, vanno assolutamente ricordati, non solo conservati nei cassetti impolverati della nostra Storia e peggio ancora giudicati come personaggi scomodi e financo "GUERRAFONDAI". Costoro sono coloro i quali hanno contribuito ad illustrare la nostra Patria affinchè possa essere guida e luce morale per tutte le altre nazioni.

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