Forza aerea sul Vietnam: i velivoli, gli uomini, la tecnica



Perchè in Vietnam

Per capire le cause che scatenarono questo sanguinoso conflitto, bisogna tornare a metà degli anni '50, quando sul territorio del Vietnam del Sud, si instaurò un governo autoritario filo-americano dopo la Conferenza di Ginevra (conferenza fra diversi paesi che volevano terminare le ostilità e riportare la pace nell'Indocina francese e in Corea, Producendo una serie di trattati noti come gli accordi di Ginevra, firmati per la Francia da Pierre Mendès-France e per il Vietnam del Nord da Pham Van Dong), il Fronte di Liberazione Nazionale, filo-comunista, forte oppositore del governo insediatosi grazie all'aiuto degli americani, iniziò una serie di azioni terroristiche e di guerriglia, che seminarono morte e distruzione non solo tra i militari ma anche tra i civili. 

Queste azioni perpetrate dai Viet Cong (comunisti del Vietnam), indussero i leader americani - da sempre impegnati in una guerra ideologica contro il comunismo - ad incrementare progressivamente le loro forze militari in aiuto al governo sudvietnamita dal 1965 fino al 1972. 

La guerra non interessò soltanto le regioni del Sud, ma anche il Laos e la Cambogia (ufficialmente neutrali, ma l'intelligence americana riuscì ad avere riscontri sulla partecipazione delle loro truppe al conflitto), naturalmente le due potenze comuniste come Cina e URSS, appoggiarono da sempre, e con fermezza, i Viet Cong, e i Khmer Rossi cambogiani,  fornendo loro armi e mezzi. 

Nonostante l'enorme spiegamento di uomini e mezzi, (coadiuvati anche da Australia, Nuova Zelanda, Filippine, Thailandia e Corea del Sud), gli USA non riuscirono mai a contrastare le truppe comuniste, lasciando nell'aprile del  1973, dopo aver subito moltissime perdite, il Vietnam del Sud al proprio destino, che venne unificato sotto il regime comunista di Hanoi capitale del Vietnam del Nord. 

La Guerra del Vietnam è considerata da studiosi e osservatori, tra i più imparziali, come un conflitto dove la più grande superpotenza del mondo, non fu capace di battere un esercito piccolo e male equipaggiato come quello nordvietnamita. Un pò come nel racconto biblico, quando Davide riuscì a battere il gigante Golia, o come nella vita, dove spesso chi ha soltanto muscoli, non sempre riesce ad avere la meglio.


LE FORZE IN CAMPO.

Anche se ne uscirono decisamente sconfitti, per gli americani, il Vietnam fu un vero e proprio laboratorio tecnologico, dove testare i progressi scientifici applicati alla tecnica militare, che in quegli anni stavano vivendo uno sviluppo esponenziale.
In particolar modo l'US Navy, ebbe l'occasione di testare il nuovissimo caccia supersonico F-4 Phantom II di cui si era appena dotata e che, all'inizio del conflitto, stava via via equipaggiando  i reparti di volo. 

Furono appunto le nuove tecnologie, a mettere in discussione le strategie e le tattiche di guerra aerea perfezionate durante la Guerra di Corea, e usate dai piloti

Durante le prime fasi della Guerra del Vietnam, questi piloti molti dei quali reduci dalla Corea, con i loro Vought F-8 "Crusader" furono i primi ad entrare in azione, ed i primi ad affrontare i MiG nordvietnamiti, nell' aprile del 1965. 

All'epoca il Crusader era considerato il più agile caccia americano mai costruito, il progetto risaliva ad una specifica dell'US Navy del 1952, di un caccia supersonico, che doveva essere armato con cannoni minimo 20mm, dopo l'esperienza sulla "MiG Alley" si optò per un calibro maggiore data la scarsa efficacia del classico calibro 12,7 in dotazione a tutti i caccia americani del periodo, contro i robusti MiG di costruzione sovietica. 

L'F-8 andò ad equipaggiare i Marines che lo usarono sia come caccia per supporto alle truppe (supporto tattico) che come caccia bombardiere, e l'US Navy che lo usava sia per missioni CAP (Combat Air Patrol - difesa della flotta) e anche per missioni di ricognizione (RF-8).

Una coppia di F-8 Crisader (Foto: Military Machine)
Considerato come la punta di diamante dell'aviazione imbarcata americana, era tanto agile quanto pericoloso e difficile da pilotare, soprattutto durante  gli appontaggi. 

Ma i piloti, avevano imparato a domarlo, la sua robustezza ed agilità, furono doti che fecero mettere in secondo piano il "pessimo carattere" del velivolo. 

Possiamo considerarlo come l'ultimo discendente di quella serie di caccia detti "caccia diurni" il quale scopo era quello di intercettare altri caccia nemici, un intercettore puro, il quale compito, era d' impegnarsi nei "Dogfight" sui cieli nemici. 

Anche la "forma mentis" dei piloti di Crusader era diversa: come il loro velivolo, essi erano i diretti discendenti, a loro volta, di quella generazione di piloti da caccia, addestrati ai duelli aerei, il loro cannone era la loro arma principale e per questo erano chiamati "Gunfighters", e i duelli ravvicinati aria-aria il loro mestiere. 

I nuovi piloti, la "generazione F-4", invece, non erano addestrati al combattimento manovrato, il loro compito, grazie alla tecnologia del loro velivolo, era quello di agganciare con il radar di bordo il nemico a lunga distanza, sganciare i nuovi missili infrarossi o a guida radar, e dileguarsi supersonicamente dall'arena. 

Scartando dai corsi di volo le tattiche di combattimento manovrato, non fecero altro che generare dei piloti "super tecnologici" sicuramente, ma completamente in balia dei piloti nordvietnamiti, che capendo il loro deficit, cercarono sui cieli del Vietnam, lo scontro diretto impegnandoli in duelli ravvicinati, così da rendere inefficaci i loro missili (a lunga/media gittata), e inesorabilmente disarmati: il Phantom prevedeva come arma principale i nuovi missili a guida radar, e soprattutto privo di un cannone. 

Quando le perdite di F-4 divennero molto pesanti, lo Stato maggiore decise che era meglio cambiare idea, equipaggiando i Phantom II  mediante dei "Gun Pod" e successivamente, grazie agli F-4E fu colmata questa lacuna, che montavano un cannone Vulcan M61 da 20mm.

Complessivamente, durante la guerra, gli equipaggi di Crusader abbatterono 16 MiG-17 e 3 MiG-21 perdendone soltanto 3. 

Solitamente gli equipaggi operavano da portaerei classe Essex, i Marines invece da basi nel Vietnam del Sud per soprattutto per missioni di appoggio tattico. 

La Navy fu la forza armata che usò più a lungo il Crusader (1970), ordinando programmi di ammodernamento, per tenerlo al passo coi tempi, il motivo essenzialmente, era dovuto al fatto che l' F-8 era adatto ad operare anche da portaerei classe Essex o Midway, il successore Phantom II non era adatto ad operare da questa tipologia di vettori. 

La Vought lo utilizzò anche come punto di partenza per il progetto A-7 Corsair II, un caccia da attacco al suolo, che nel dicembre del 1967 col VA-147, sostituì nel conflitto il più leggero A-4 Skyhawk.

Un A-7D Corsair II dell'USAF (foto:Aviation Geek Club)
Le versioni utilizzate dalla Navy in Vietnam furono le "A" e le "B" mentre grazie alle doti di robustezza e versatilità, l'USAF lo utilizzò in Vietnam per missioni di appoggio tattico alle truppe di terra e per le missioni "Sandy" ossia di appoggio agli elicotteri durante le missioni CSAR (Combat Search And Rescue) per il recupero di truppe o di piloti che dopo essersi eiettati coi seggiolini, loro malgrado, atterravano sul suolo nemico.

L'ultimo pilota ad essere stato addestrato al combattimento manovrato fu l'asso degli F-8 John Nichols, nel 1960 la FAGU (Fleet Air Gunner Unit) l'unità che racchiudeva tutte le esperienze dei "Gunfighters" venne definitivamente chiusa.

Nichols, era l'ultimo di quei piloti, che custodivano quelle preziose competenze che nell'era del missile si credevano ormai obsolete, ma che purtroppo, molti piloti di nuova generazione, compresero a loro spese in Vietnam, che erano di "vitale" importanza in azioni di guerra reali.

Il Phantom II la spina dorsale del conflitto.

Il progetto del Phantom II derivava da una specifica emanata nel 1952 dall' US NAVY per un caccia intercettore imbarcato che diede vita al F-3 "Demon". La cellula era praticamente costruita attorno al turbogetto Westinghouse J40 che all'epoca era considerato il migliore motore in circolazione , ma sul Demon si rivelò completamente inaffidabile.

F-3H-2N Demon in volo nel 1956
La Douglas unendo le forze con la Mc Donnell usò il Demon come base di partenza per l'F-4 che assunse forme e denominazioni diverse prima di giungere alle sembianze che oggi conosciamo: 
A partire dal 1960 i primi modelli di serie F-4H-1 vennero consegnati alla US NAVY - dei veri e propri "gioielli di Titanio" , materiale che venne utilizzato per la prima volta sugli aeroplani, usato per stabilizzatori e timone, e per la parte posteriore dove erano alloggiati i due potentissimi General Electric J79 da 70kN di spinta;  già nel febbraio del 1961 il primo reparto di F-4 versione "B" il VF-121 di stanza a Miramar, California era "Combat ready". 

Nel luglio dello stesso anno anche l'USAF manifestò il proprio interesse nell'acquisire un certo numero di velivoli per sostituire i propri F-105 "Thunderchief" ormai prossimi alla meritata pensione almeno dalla prima linea, e verso la fine del '63 venne ufficializzata l'acquisizione di 583 Phantom II nella versione "C" essenzialmente poco più di un F-4B leggermente modificata nell'avionica e nelle dotazioni elettroniche. 

I Marines due anni dopo nel marzo del 1965 ordinarono un aliquota di F-4B e una variante appositamente modificata per la ricognizione tattica l' RF-4B. Il Phantom II quindi, divenne il cacciabombardiere standard delle tre forze aeree americane, anche se simili tendenzialmente nella forma, nella sostanza ognuno dei tre operatori cercò di "personalizzarlo" a seconda delle proprie esigenze.
Una coppia di RF-4B (versione da ricognizione) dei USMC
Poco tempo dopo l'entrata in servizio in prima linea, il team della Mc Donnell e della Douglas, iniziavano a lavorare sulle versioni migliorate: per la US Navy e i Marines la versione definitiva fu l'F-4J, la US AIR FORCE ottenne i suoi validi F-4D. 

I Phantom II rispetto ai MiG nordvietnamiti erano all'avanguardia, e sicuramente qualche generazione avanti, l'elettronica e l'avionica era un condensato del meglio che la tecnologia poteva offrire: il radar era l'AN/APR - 30/32 con guida missili attiva e sistema di allarme RHAWS che permetteva di avvisare l'equipaggio con tempestività sui missili in arrivo (SAM), il sistema del controllo del fuoco era  affidato all' apparato AN/AWG-10 in grado di gestire tutti i missili aria-aria. 

Il sistema d'arma dei F-4B/J era completamente affidato ai quattro missili a ricerca termica Sidewinder a corto raggio di solito alloggiati sui piloni subalari, e ai quattro Sparrow a lunga gittata, a guida radar, che venivano alloggiati in apposite gondole sotto la fusoliera, diversamente gli F-4 C/D della US AIR FORCE che erano spesso usati come caccia di scorta ai bombardieri B-52 e come cacciabombardieri, adatti per le missioni CAS (Close Air Support) avevano un radar simile ma modificato per puntare anche bersagli a terra, con una capacità di carico di 7,5t. di bombe. 

In buona sostanza l'USAF li usava prevalentemente come caccia multiruolo, i Marines per supporto tattico avanzato alle truppe di terra e ricognizione tattica , mentre per la US Navy erano caccia d'attacco e per la difesa della flotta ossia le tipiche missioni CAP (Combat Air Patrol) e comunque data la mancanza di un cannone, non particolarmente adatto al ruolo di intercettore puro, bensì come intercettore a medio/lungo raggio.

I missili erano affidabili fino a prova contraria: I Sidewinder di prima generazione che si affidavano alla ricerca IR, spesso durante il lancio erano disturbati dalle nuvole e dalla pioggia e a volte si concentravano su bersagli "impossibili" come il Sole! Avevano un raggio d'azione di 3,5km, lo Sparrow, a lunga gittata con un raggio d'azione di 45km, era abbastanza valido, utilizzava un sistema di guida radar, ma virtualmente inutile contro bersagli che si muovevano entro un raggio inferiore ai 1500 m. 

I racconti dei piloti veterani sono colmi di episodi in cui, dopo il lancio, i missili facevano cilecca o deviavano in altre direzioni, molti dovettero lanciare più volte prima riuscire a beccare il bersaglio, rimpiangendo il cannone.

VPAF Vietnamese People's Air Force .

Per quanto concerne l'aviazione del Vietnam del Nord, o meglio la VPAF (Vietnamese People's Air Force - Khong Quan Nhan Dan Viet Nam), la cui fondazione risale al 1940 grazie alle sovvenzioni, delle due potenze socialiste quali URSS e Cina. 

Ciononostante all'inizio delle ostilità dopo l'incidente del Golfo del Tonkino, nel 1964 la VPAF contava di un solo reggimento di MiG-17, ed infatti furono questi a dare il "benvenuto" agli aerei dell'USAF e dell'USNavy durante le fasi iniziali. Per molti studiosi, l'incidente del Tonkino, è considerato una sorta di pretesto, da parte degli USA per iniziare la guerra, il capro espiatorio per iniziare gli attacchi fu una vicenda accaduta il 2 Agosto 1964, allorchè il cacciatorpediniere MADDOX, al largo del Golfo del Tonchino in missione di intercettazione radio ed elettronica, venne attaccato da motosiluranti comuniste. 

Naturalmente il cacciatorpediniere reagì richiedendo il soccorso aereo e difendendosi con le cannoniere di bordo che provocarono dei danni alle imbarcazioni nordvietnamite, tuttavia i caccia F-8 Crusader, decollati dalla Ticonderoga, giungendo nell'area dell'attacco, non rilevarono assolutamente nulla. 

Due giorni dopo, il 4 Agosto 1964, durante una missione notturna, il cacciatorpediniere Turner Joy segnalò al comando della US Navy, un attacco da parte di imbarcazioni non identificate. I marinai spararono in acqua sicuri di avere visto il nemico, ma all'esame del sonar non vennero rilevate tracce di imbarcaazioni di alcun genere. 

Questo avvenimento rimane ancora uno dei più fitti misteri della Guerra del Vietnam sul quale nessuno riuscirà più a far luce, tuttavia questo avvenimento diede un tacito permesso agli americani ad effettuare dei bombardamenti a nord del 17° parallelo al fine di colpire obiettivi militari comunisti, avviando di fatto la guerra. 

I MiG-17 furono impiegati per la difesa dello spazio aereo, i piloti di questi velivoli, decisamente arretrati rispetto ai velivoli impiegati dagli USA, anche come numero, erano addestrati in Russia o in Cina, anche per i paesi del patto di Varsavia, la Guerra del Vietnam, fu una sorta di laboratorio che diede un notevole impulso allo sviluppo tecnico e alla produzione aeronautica, altresì, lo slancio per studiare nuove tattiche e stabilire nuove strategie di guerra aerea, ma sopra ogni altra cosa, un cambiamento fondamentale nei principi dell'uso della forza aerea. 

Per i piloti della VPAF la situazione era complicata, il loro passaggio dal volo ad elica a quello supersonico non fu graduale come in occidente, l'addestramento era duro e intensivo, come passare da un giorno all'altro, da un triciclo ad una Ferrari da Formula 1. 

La determinazione e il coraggio non erano qualità che gli mancavano, e soprattutto, riuscirono ad acquisire una buona esperienza "sul campo" durante la guerra, trasmettendo questo bagaglio di conoscenze, a tutti i giovani piloti che per la prima volta si sedevano a i comandi di un MiG per portarlo in battaglia.

MiG-17
Il Mikoyan - Gurevich MiG-17 era un buon caccia, ma non era totalmente supersonico, anche se molto agile e robusto, fu una sorta di transizione per il suo successore, il MiG-19, che era supersonico anche in volo rettilineo livellato. 

La costituzione di una forza aerea efficace, composta da personale nordvietnamita, si sviluppò per gradi, nel febbraio del 1964 Mosca cedette 64 velivoli tra cui MiG-17 e MiG-15 UTI versione biposto per l'addestramento, questi velivoli formarono il 921° reggimento da caccia "Sao Do" (IAP) questa fu l'unità su cui si basò all'inizio la difesa aerea nordvietnamita, di base ad Hanoi. 

Ulteriori 64 piloti furono inviati in Russia per formare un reggimento di elicotteri, tutti superarono brillantemente il corso, ma restarono a terra per mancanza di mezzi, ma Cina e URSS avrebbero ben presto provveduto. 

Ulteriori 30 allievi tornati da Krasnodar in Unione Sovietica furono l'élite scelta per formare il 923° reggimento da caccia"Yen Il" un reparto altamente specializzato in Russia, formato da MiG-17, mentre circa una decina furono abilitati al MiG-21, un caccia intercettore supersonico validissimo che andò ad equipaggiare il 921° "Sao Do" che divenne un reparto misto di MiG-17 e MiG-21.

MiG-21
Il MiG-21 era un caccia con ala a delta che faceva bene il suo mestiere: considerato dai piloti occidentali temibile se ben pilotato, vennero costruiti su licenza anche dalla Cina con la denominazione di J-7, ed ha il primato di essere il caccia bisonico più prodotto della storia dell'aviazione, con circa 10.000 esemplari. 

Essendo un caccia tanto robusto quanto complesso furono pochi i piloti nordvietnamiti che poterono "cavalcarlo", con l'istituzione in Vietnam del 910° reggimento di addestramento caccia "Julius Fucic" (un intellettuale comunista) equipaggiati con MiG-15 UTI, la VPAF potè avere l'opportunità di addestrare i piloti in patria, quindi si aprì la possibilità di poter avere a disposizione piloti poenzialmente adatti a pilotare MiG-21, infatti già nel 1968 il numero di questi piloti era aumentato considerevolmente.

A questo punto, la VPAF poteva essere considerata una forza aerea completa. La possibilità di addestrare autonomamente i propri piloti, ed avere in organico aeroplani efficienti e soprattutto robusti: basti pensare che nessun caccia occidentale, a differenza di quelli sovietici, poteva operare da piste tra le più primitive del mondo, e senza esigenze particolari per quanto concerne manutenzione e gestione. 

Il quadro venne definitivamente completato con l'aggiunta di un ulteriore reggimento da caccia nel febbraio del 1969, venne costituito il 925° reggimento da caccia sull'aeroporto militare di Yen Bai, e venne dotato di MiG-17 e J-6 versione cinese del MiG-19 i membri di questo reparto venivano scelti tra i piloti di MiG-21 e MiG-17 di formazione interamente sovietica, ed alcuni addestrati al 910°.

MiG-19

Il MiG-19 chiamato "Rondine d'argento" dai piloti, era un cacciabombardiere supersonico validissimo; anche se non privo di difetti, era particolarmente amato dai piloti. Ebbe la possibilità di fornire aiuti per la causa nordvietnamita. 

Nel 1971 dieci piloti di MiG-19 della VPAF vennero selezionati per missioni di attacco al suolo, in questo contesto, venne stipulato un accordo tra Hanoi e Havana, che prevedeva l'invio da parte di Fidel Castro, di  un istruttore cubano e del personale tecnico, per aiutare i piloti nordvietnamiti ad elaborare tattiche di bombardamento sulle navi americane, questo permise al 923° Rgt di avere in organico reparti addestrati per attaccare obiettivi in mare.

Uomini e mezzi erano pronti, alla difesa e anche all'attacco, mancava di affinare le tattiche, vi furono dei tentativi di interrogare degli equipaggi di F-4 catturati, ma si rivelò un "flop", i piloti americani, coraggiosissimi, seppero dare delle informazioni fuorvianti o addirittura false, si decise di trasmettere e di favorire lo scambio di esperienze dei piloti veterani con i giovani, attraverso degli incontri periodici che spesso si organizzavano negli aeroporti in capanne di bambù di fortuna.

Ben presto gli ufficiali e i piloti si resero conto che gli americani avevano un tallone d'Achille - il combattimento manovrato ravvicinato - e la tattica dei nordvietnamiti si mosse in questo senso rendendoli a volte anche molto aggressivi, guadagnandosi il rispetto dei "super tecnologici piloti di nuova generazione".

I COMBATTENTI AL CONFRONTO:


Il 17 gennaio del 1973, gli accordi di pace siglati a Parigi, misero fine una volta e per tutte al coinvolgimento americano nel conflitto, il cielo del Vietnam del Nord, fece da teatro ai più duri e sanguinosi combattimenti aerei, furono veri e propri duelli supersonici, al limite della resistenza dei piloti, che aldilà del loro schieramento, furono i veri protagonisti, nella lotta per la supremazia dei cieli.

Bibliografia e approfondimenti:


  • Peter Davies F-4 Phantom II Vs Mig-21. edizioni Osprey - Serie Duel N.12
  • Peter Davies USN F-4 Phantom II Vs VPAF MiG- 17/19  edizioni Osprey - Serie Duel N.23
  • Doug Richardson F-4 PhantomII edizioni Arco - serie Fighting Aircraft vol.4
  • Yefim Gordon Mikoyan-Gurevich MiG-19 - Edizioni Aerofax
  • Yefim Gordon Mikoyan-Gurevich MiG-17 - Edizioni Aerofax

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