L' AQUILA DISUBBIDIENTE - La storia di Alfredo Fusco M.O. al Valor Militare

Alfredo Fusco, classe 1915, del corso Rex dell'accademia, cadde in combattimento nel cielo di Berat (Grecia) il 2 febbraio 1941, fu decorato con la massima decorazione al Valor Militare ed alla sua memoria è intitolato il 6° Stormo di Ghedi. Scritto da una sua nipote questo volume è basato soprattutto su ricordi e su lettere di familiari, sulla documentazione del servizio prestato in Accademia, sullo stato di servizio e su altra documentazione relativa al suo abbattimento rintracciata presso l'ufficio storico dell'aeronautica. Pur mancando di particolare approfondimento riguardo all'attività svolta presso i reparti di prima linea ed in guerra.




Il Pilota
il Tenente pilota Alfredo Fusco, 154° Gruppo Caccia Terrestri, Medaglia d’Oro al Valor Militare alla Memoria. Figlio di Sebastiano (Colonnello dell’Esercito) e di Marianna Fusco, due fratelli maggiori (Matteo, valente avvocato, e Olderico, ufficiale dell’esercito), nato il 5 luglio 1915 su una nave diretta a Tripoli dove la famiglia, fortemente radicata in questo paese, aveva seguito il padre di stanza nella colonia, Alfredo entrò nella Regia Accademia Aeronautica, allora dislocata nella Reggia di Caserta, per frequentare il Corso “Rex” insieme ad altri giovani che, in battaglia, erano armati più di coraggio, che di aerei in grado di competere per velocità e volume di fuoco contro quelli avversari. Alla fine del corso, conseguirono il grato di sottotenente-pilota in poco più di duecento. Metà di loro non è più tornata e l’Albo del Rex testimonia di che tempra fossero quei ragazzi: 6 sono le Medaglie d’Oro al valor militare, di cui 5 alla memoria, 206 le medaglie d’argento, 131 le medaglie di bronzo, 57 le croci di guerra, 29 gli avanzamenti per merito di guerra, 5 le promozioni per merito di guerra. Delle cinque medaglie d’oro alla memoria, due appartengono al 154° Gruppo Caccia Terrestri : quella di Alfredo e l’altra del suo amico, il Tenente Livio Bassi, morto due mesi più tardi per le ferite e le ustioni riportate nel combattimento di quel pomeriggio del 20 febbraio 1941 mentre, invano, tentava di essergli d’aiuto. Di stanza in territorio albanese, la mattina di quel giorno – testimonia il diario storico del 154° Gruppo – ebbe luogo un “combattimento furioso” durante il quale, la squadriglia di Fusco riuscì ad abbattere “10 aerei avversari e 8 probabilmente”. Lui, pur ferito ad un orecchio, se la cavò egregiamente, ma il suo G.50 “Freccia”, già ridotto male dai colpi delle mitragliatrici avversarie, risultò inservibile dopo un rovinoso atterraggio. Al pomeriggio, Alfredo, era in turno di riposo,quando ecco comparire sulla verticale di Berat alcuni bombardieri inglesi “Bristol Blenheim” scortati dai caccia dell’80° Raf comandati dal Capitano John Pattle, considerato un asso dell’aviazione britannica. L’allarme scattò quando mancavano pochi minuti alle quattro. Fusco fu il primo a decollare ed ad affrontare gli avversari in un lotta impari e senza scampo. “Alfredo – scrive Matteo al fratello Olderico in una lettera del 20 marzo 1941 – è caduto da eroe, combattendo leonicamente. Secondo il racconto fattomi dal suo motorista e da un suo compagno … Lui è stato il primo a levarsi in volo, ma per una fatale combinazione i suoi gregari non hanno potuto seguirlo immediatamente dimodochè i primi minuti del combattimento sono stati sostenuti da lui solo contro quaranta. Alla prima raffica ha abbattuto un caccia, ma da terra lo hanno visto precipitare”. Probabilmente, Alfredo era stato ferito ed aveva perso i sensi. La ferita non doveva però essere mortale perché riprese il controllo dell’apparecchio a pochi metri da terra e nuovamente si lanciò nella mischia, disimpegnandosi da un secondo attacco di caccia e scagliandosi contro i bombardieri che attaccavano la truppa e il deposito di munizioni di un reggimento di artiglieria. Sotto i suoi colpi è caduto anche un bombardiere e gli altri si allontanarono dall’obbiettivo. Ma addosso, ala ad ala, gli andarono 6 o 7 caccia che lo fulminarono. L’aereo pilotato da Alfredo esplose in volo, ed i resti carbonizzati del giovane furono ritrovati sul greto del fiume Devoli.

(Fiat G.50 freccia)



venne decorato con la seguente motivazione:
Medaglia d'oro al valor militare
«Brillante ed audace pilota da caccia, in moltissime azioni ed in acerrimi combattimenti, contribuiva all'abbattimento di dieci apparecchi dimostrando elette doti di combattente generoso e sprezzante del pericolo. Il giorno 20 febbraio, in un combattimento contro una soverchiante formazione da caccia nemica, benché ripetutamente colpito continuava a combattere fino a quando gli avversari non rinunciarono alla lotta. Nel pomeriggio dello stesso giorno, pronunciatasi sul campo una incursione di bombardieri nemici, scortati da numerosi caccia, si levava per primo in volo all'allarme benché fosse in turno di riposo. Conscio del pericolo cui si esponeva prendeva quota immediatamente e da solo impegnava combattimento, attirando contro sé l'intera formazione nemica, riuscendo così a distoglierne l'offesa dall'obiettivo prefisso. Nell'impari lotta, crivellato dalle raffiche dei numerosi caccia di scorta, immolava gloriosamente la sua giovane esistenza.»— Cielo della Grecia e dell'Albania, novembre 1940 - 20 febbraio 1941.


Commenti

  1. Una storia magnifica.

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  2. Complimenti mi è piaciuto tantissimo, un coraggio da leoni.

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  3. pochi oggi avrebbero questo coraggio, on esempio per i nostri giovani.

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  4. A quel tempo c'era almeno chi aveva degli ideali!

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  5. poveraccio....mandato al massacro da quei figli di puttana dei fascisti.....e come lui tanti altri,altro che ideali!

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