I Caccia dell'U.R.S.S. - lo Jakovlev O.K.B.



di Ino Biondo

Una passione "Innata"

Si dice che Aleksandr Sergeevič Jakovlev sia nato con la passione per gli aeroplani, già in età giovanissima dicono i biografi: "passava le giornate a fissare il cielo", era un ottimo studente a quanto pare, ma il suo "Genio" ancora non si era manifestato. Un pò come del resto tutti i geni che hanno fatto grande la storia dell'umanità, non eccellevano negli studi in modo da distinguersi dagli altri, sopratutto nella condotta. Terminate le scuole andò a lavorare in una fabbrica di aeroplani come meccanico. Jakovlev diede prova di aver attitudine nel disegno e nella progettazione aeronautica e, nel 1926, produsse il suo primo aereo, un piccolo biplano biposto che chiamò AIR-1 (la sigla deriva dal nome di un politico sovietico molto famoso all'epoca, Aleksej Ivanovič Rykov), poi ridenominato VVA-3. I militari sovietici furono tanto impressionati dallo AIR-1 che permisero a Jakovlev di essere ammesso all'Accademia dell'Aviazione di Žukovskij nel 1927.



Lo Yak - A.I.R. 1 del museo di Mosca

Nel 1931 appena laureato fu assunto dal Polikarpov Bureau dove collaborò per la costruzione di altri aerei leggeri, ma sfortunatamente un incidente accaduto ad un suo prototipo, gli causò il licenziamento da parte di polikarpov, la leggenda vuole che il grande Polikarpov (Vedi articolo su AeroStoria) fosse invidioso del talento del giovane Aleksandr, e fece in modo di liquidare il rivale, in verità il motivo fu un'altro, l' U.R.S.S. nel campo delle ricerche sopratutto militari, per via dei grandi capitali che venivano investiti e data la situazione economica che stava vivendo all'interno, non poteva ammettere errori. Ma la tenacia di Yakovlev non si fece attendere, subito convisse alti ufficiali e membri del partito di fargli gestire un O.K.B. tutto suo, mostrando i progetti e i disegni di ciò che aveva in mente di costruire, furono talmente colpiti che nel 1934 ufficialmente ottenne un O.K.B. ubicato in una vecchia fabbrica abbandonata, nei sobborghi di Mosca.

Lo Yakovlev O.K.B. 

L'OKB Jakovlev si concentrò sugli aerei acrobatici e gli addestratori (oggi ancora usati ed apprezzati da pattuglie acrobatiche civili e militari). Il più importante di questi fu lo UT-2 (Učebno Trenirovočnyj, leteralmente addestratore allenatore), il quale compì il suo primo volo nel 1935. Era un addestratore basico biposto, con una configurazione generale simile a quella del Stearman PT-26 statunitense. Lo UT-2 aveva ottime caratteristiche di manovrabilità e ne vennero costruiti 7 323 fino a tutto il 1946. Jakovlev costruì anche un addestratore avanzato, utilizzabile anche come aereo acrobatico, lo UT-1, che volò per la prima volta nel 1936 e che venne costruito in 1 256 esemplari. Alcuni di questi furono impiegati in combattimento durante la guerra, armati con due mitragliatrici ShKAS  calibro 7,62 mm e quattro razzi da 82 mm (gli RS-82).
schema dell'UT-2 si noti il doppio abitacolo.

In questa immagine il disegno originale dell'aereo recante la firma del progettista, era un libretto
dimostrativo consegnato agli osservatori quando la macchine nel 1935.

Una rarissima stampa della macchina, fotografare mezzi militari non era ammesso in quel periodo.
pena la prigionia o la morte.

Dal punto di vista tecnico era un magnifico aeroplano senza nulla togliere ai ben più blasonati aerei americani da cui in parte come detto è ispirato, il classico "Buon caccia" di costruzione sovietica : semplice e funzionale.
l'UT-1 che in effetti è la versione monoposto del 2, ma tendenzialmente è un altro aeroplano.

Schema costruttivo della macchina.

Altra rara immagine d'epoca sta volta dell' UT-1.

Una chicca per i nostri lettori: un UT-2 fotografato durante una magnifica manifestazione aerea
nel 98 in Polonia.


Intanto il clima politico stava cambiando, Aleksej Rykov , stava incominciando a divenire una minaccia per Stalin, che vedeva la sua influenza politica un ostacolo alla sua ascesa. Di conseguenza la polizia segreta del Leader sovietico arrestò Rykov (come di consuetudine per tutti coloro che ostacolavano il cammino di Stalin), e dopo un lungo periodo di prigionia venne giustiziato nel Marzo del 1938, come nemico dello Stato.
Jakovlev a questo punto si ritrovò ad un bivio: fare la fine del suo sostenitore politico o appoggiare Stalin definitivamente. L'Ingegnere non poteva far altro che assecondare Stalin: i suoi progetti ormai erano in lavorazione, e molti suoi fidati collaboratori potevano anche'essi rischiare di essere reclusi, il prezzo da pagare sarebbe stato troppo alto. Di conseguenza vennero definitivamente cancellate dai progetti dell' O.K.B. le sigle A.I.R. in onore di Rykov che precedevano , ogni singolo velivolo per fare posto alle iniziali del progettista ossia "Yak"
Як in cirillico denominazione che permane tutt' ora nel logo aziendale.
La fama di Jakovlev si ampliò molto in quel periodo, tanto che divenne eroe del lavoro socialista, fu insignito dell'ordine di Lenin e ricevette 100 000 rubli ed un'automobile. Si guadagnò la stima di Stalin e nell'aprile del 1939 la Guida Geniale gli propose una sfida. Stalin aveva bisogno di un caccia ad alte prestazioni e ne aveva bisogno subito. Jakovlev protestò: «ma gli americani si prendono due anni per produrre un caccia!», al che Stalin replicò: «Bene, tu non sei mica un americano! Mostraci di cosa è capace un giovane ingegnere russo! Fai del tuo meglio e se ci riuscirai, ci berremo una tazza di tè».
Jakovlev si mise al lavoro con tutto il suo personale attorno al suo nuovo caccia, che venne designato I-26 (Istrebitel', caccia). Questo sarebbe stato propulso dal nuovo Klimov M-105 a 12 cilindri a V, raffreddato ad acqua, un derivato del francese French Hispano-Suiza HS-12Y. Inoltre sarebbe stato armato da mitragliatrici ShKAS e da un cannone da 20 mm ShVAK (Špital'nogo-Vladimirova Aviacionnyj Krupnokalibernyj, grosso calibro aeronautico di Špital'nyj-Vladimirov). Naturalmente Jakovlev aveva dato al progetto la massima priorità, attingendo a tutte le sue risorse. L'Unione Sovietica di Stalin si preparava al confronto con la Germania e le battaglie aeree sui cieli della Spagna con la legione Condor tedesca, mostrarono che la Voenno-vozdušnye sily, l'aeronautica sovietica, aveva bisogno di un caccia che fosse al pari del nuovo Messerschmitt Bf 109. Quando tutti i collaudi ebbero gli esiti positivi il caccia cambiò nome e divenne il famigerato Yak-1, considerato tra i migliori caccia della seconda guerra mondiale.

Як-1
                       
Schema dello Yak -1 le linee erano semplici ed efficaci.


Foto del prototipo I- 26


Altra rara immagine di una coppia di Yak-1, Nel muso esisteva lo spazio per due mitragliatrici SkhaS. Sia queste che il cannone SkhaV erano armi di assoluta eccellenza come cadenza di tiro, leggerezza ed altre qualità, benché il peso dei proiettili e la dotazione munizioni (120 colpi da 20 e 750 da 7,62) non fossero totalmente adeguati per valorizzare appieno le loro qualità complessive. Il sistema di puntamento era costituito da un collimatore a riflessione, come le realizzazioni straniere dell'epoca. Il sistema di mira controllava anche "l'arma segreta" dei caccia sovietici, i razzi RS-82.

 
Lo Yakovlev Yak-1 era il migliore caccia in servizio nella V-VS al tempo dell'invasione da parte tedesca ("operazione Barbarossa") nel 1941, e tale è rimasto per i 12 mesi successivi, combattendo in una situazione strategica disperata, e contribuendo nondimeno ad arginare l'avanzata degli invasori che all'inizio sembrava davvero inarrestabile. Nella foto un esemplare col tettuccio a goccia, infatti Dopo alcune modifiche "campali" consistenti nel segare il dorso di vari velivoli, venne deciso che anche nella linea di produzione gli aerei avrebbero dovuto essere costruiti con la parte posteriore della fusoliera ribassata, dando vita allo Yak-1M, caratterizzato da una capottina "a goccia", tra i primissimi esempi di questa naturale evoluzione rispetto ai caccia con la fusoliera "a gobba".

La carriera dello Yak-1 iniziò in salita, dal momento che subito dopo la sua entrata in linea arrivò l'attacco tedesco. Solo una sessantina di macchine erano state consegnate ai reparti per la fine del 1940, ma già la produzione era partita a pieno ritmo per riguadagnare il tempo perduto nei riguardi degli avversari potenziali (la Luftwaffe). Al momento dell'invasione erano in servizio oltre 300 esemplari, ma non bastarono ad arginare l'attacco tedesco, iniziato con un martellante bombardamento su decine di aeroporti sovietici. I caccia Yakovlev erano tuttavia in grado di combattere almeno alla pari con il Bf 109E, anche se non contro il nuovo "F".

 

Ai piloti francesi del Normandie-Niemen l'aereo in generale sembrò estremamente "inspirato" al Dewoitine D.520 e analogamente a quest'ultimo aveva un motore a cilindri in linea con un cannone calibro 20 mm sparante dal mozzo dell'elica, ma il motore di per sé era molto più potente di quello francese. Esso era davvero di scuola "francese" dal momento che derivava dall'Hispano-Suiza 12Y, e incidentalmente la potenza erogata era quella di cui i D.520 avrebbero avuto bisogno. I radiatori erano sotto il muso e il contenitore per l'olio e il liquido rispettivamente sotto la fusoliera.

Lo Yak-1 versione tettuccio raccordato in fusoliera


Versione con coda tronca e tettuccio a goccia


Versione con la caratteristica "Gobba"
Questo in particolare è l'aereo 44 del pilota Lilya Litvyak asso dell'U.R.S.S. 


Venne costruita successivamente anche una versione biposto da addestramento avanzato denominata Yak-7, un' altra macchina straordinaria, lo Yack O.K.B. sapeva dar vita ad addestratori magnifici sotto tutti i punti di vista, come ai giorni nostri. La sua è una storia assai originale, in quanto venne originariamente concepito per dare ai piloti sovietici un adeguato aereo per l'addestramento avanzato, ben presto però la macchina si rivelò talmente promettente, veloce e maneggevole da essere considerata un velivolo di prima linea, superando il suo diretto progenitore. Il prototipo dell'aereo, designato UTI-26 e poi Yak-7U, volò alla fine del 1941, quando il comando delle forze aeree russe formulò una richiesta per un caccia notturno monoposto alla quale Jakovlev rispose con lo Yak-7A, praticamente uno Yak-7U con un singolo abitacolo e nuovo armamento.
Schema dello Yak-7 sempre linee sobrie e funzionali.


Linea di volo della scuola di volo militare dell'U.R.S.S.


Una bllissima stampa che mostra le differenza tra i modelli prodotti


Probabilmente questo e uno dei prototipi che furono utilizzati per lo studio di esemplari per la caccia notturna.


Un immagine emblematica dell'aviazione sovietica, dei allievi ufficiali
si addestrano alla manutenzione dei velivoli, tutti dovevano saper fare di tutto.

Per quanto riguarda l'impiego operativo, l'aereo venne rapidamente messo in produzione, e oltre che ai reparti d'addestramento venne presto inviato al fronte per missioni come la caccia, l'attacco al suolo e la ricognizione tattica-osservazione aerea (come gli italiani avrebbero voluto fare con il Reggiane Re.2003). Successivamente lo Yak-7 venne gradatamente sostituito dallo Yak-9, ma fino al 1944 ebbe un impiego assai apprezzabile e diffuso, per quanto purtroppo poco noto visto che rimase in ombra rispetto agli altri Yak.

 L'UOMO DEI PRIMATI
Jakovlev costruì, tra gli altri, lo Yak-15, uno dei primi aerei a reazione dell'Unione Sovietica, lo Yak-17, lo Yak-23, lo Yak-25, il primo intercettore ognitempo, lo Yak-28, il primo bombardiere di prima linea supersonico dell'Unione Sovietica, lo Yak-36, il primo aereo a decollo verticale, e la sua evoluzione imbarcata, lo Yak-38. Citiamo anche lo Yak-14, aliante per il trasporto truppe, lo Yak-24 un elicottero birotore, lo Yak-11, lo Yak-18 e lo Yak-52, addestratori e molti altri. Jakovlev creò anche una scuola di costruzioni aeronautiche, caratterizzata da un'alta perizia nel disegno, ispirata alla semplicità ed alla creatività, di aerei da combattimento, da trasporto ed acrobatici. I piloti collaudatori di Jakovlev siglarono ben 74 primati mondiali. Dal 1946 fino al 1989 Jakovlev fu eletto deputato al Soviet Supremo. Vinse il premio Lenin (1972) e vari altri premi dello Stato sovietico (1941, 1942, 1943, 1946, 1947, 1948, 1977), fu insignito della medaglia doro della FAI per l'aviazione, ebbe dieci ordini di Lenin, l'ordine della rivoluzione d'ottobre, due medaglie "strisce rosse", l'ordine di Surov di primo e secondo grado, medaglia del lavoro, l'ordine della stella rossa, legion d'onore e la croce da ufficiale dalla Francia. A Mosca resta il suo busto in bronzo alla memoria. Oggi, il vecchio OKB dell'era sovietica, dopo essere divenuto la Yak Aviation Company, fusa con la Smolensk Aviation Plant Joint Stock Company nel marzo 1992, sebbene le due compagnie continuino ad operare separatamente, è la A. S. Yakovlev Design Bureau, parte della United Aircraft Corporation.

Commenti

  1. Bellissimo anche questo, un grande uomo e sopratutto progettista, devo dire che diedero del filo da torcere a quelli della "Legione Condor" di cui io sono un grandissimo cultore sopratutto di libri e foto a riguardo come ben sai, a proposito bella la foto della Polonia. Mi sa che tre un pò corromperai anche quelli della C.I.A. per scrivere un articolo.
    Complimenti di nuovo e alla prossima caro ino.

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  2. Devo ammettere che è un ottimo lavoro, diedero del filo da torcere anche ai nostri assi della Regia durante la campagna di Russia.
    Ottimi piloti una grande tradizione che si tramanda da generazioni.

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